Il Contest PMI Awards 2022 del Politecnico di Milano

Al contest ha partecipato, risultata tra le aziende selezionate per la fase finale, Pelletterie Bianchi e Nardi SpA, azienda manifatturiera, leader nella pelletteria fiorentina di alta gamma che fa parte della filiera del fashion Made in Italy. Un progetto realizzato in collaborazione con Aneway, Boomi Italia e CWS, di cui di seguito in estrema sintesi il business case.

  • Assessment aziendale, definizione e realizzazione di un Progetto di Industria 4.0, distintivo, su Boomi (piattaforma Cloud di integrazione e gestione workflow) riguardante:
    • Automazione di Supply-chain e Produzione;
    • Workflow dei processi interamente disegnato sulle esperienze del cliente;
    • Disegno dell’Architettura digitale, comprendente Cybersecurity e Compliance;
    • Realizzazione di CRM in Cloud per attività industriale e commerciale.
    • Formazione e Change Management.
    • Tempistica di realizzazione: 6 mesi. Avvio in produzione dell’intero progetto: 8 mesi.

Nel corso del Convegno, sono state premiate le aziende vincitrici del contest che si sono distinte per un progetto nell’ambito dell’innovazione e della trasformazione digitale. Tra le numerose candidature pervenute nel corso dell’anno, le finaliste arrivate a contendersi il riconoscimento sono state otto: Arredo Inox Srl (Crotone), BCN Concerie S.p.A. (Pisa), Emme Technology srl (Monza e Brianza), FBF Srl (Napoli), Löwengrube srl (Firenze), Nastrotex-Cufra Spa (Bergamo), Pelletterie Bianchi e Nardi S.p.A. (Firenze), R.T.A. srl (Pavia).

La giuria di esperti ha effettuato la selezione sulla base dei criteri di originalità, rilevanza e misurabilità dei benefici, complessità del progetto e approccio strategico. 

Massimizzare le opportunità di innovazione (e minimizzare i rischi)

Occorre continuare ad insistere nel porre la giusta attenzione sul fatto che una società ed un’economia più tecnologica ed innovativa si fonda, sempre e comunque, sulla centralità dell’individuo e sui suoi bisogni. La tecnologia è un fattore di empowerment delle capacità e delle potenzialità dell’essere umano, tanto nelle attività lavorative, come nelle attività sociali. Per determinare questo, occorre introdurre nuovi sistemi di governance che consentano di massimizzare le opportunità di innovazione e, al tempo stesso, di minimizzare i rischi per gli individui e la società. Tra tutti i temi, si evidenzia l’importanza della data economy, che si stima raggiungerà nel 2025 in Europa, un valore di 556 miliardi di euro (+70% rispetto al 2020). Un settore dal grande potenziale, ma che è ancora lontano dai requisiti di trasparenza necessari per conciliare un proprio sviluppo, nei diversi settori economici, con la fiducia del consumatore (Rapporto Ambrosetti, Super Smart Society: verso un futuro più sostenibile, resiliente e umano centrico; Maggio 2022).

Tutto ciò sta alla base del concetto di Super Smart Society, teorizzato per la prima volta nel 2016 da parte dell’Hitachi-UTokyo Lab e che consiste nella capacità di creare sistemi intelligenti che, sfruttando le enormi moli di dati e analizzando sistemi e scenari complessi, rendono possibile supportare l’umanità nel prendere decisioni all’interno di business community sempre più interconnesse. Conditio sine qua non (insieme alla capacità di creare ecosistemi favorevoli) per una società proiettata nel futuro, sempre più basata sulla ricerca scientifica e sull’innovazione tecnologica. In questo contesto si inquadra la grande contraddizione tutta italiana che ci vede in quintultima posizione proprio sulle performance complessive legate all’innovazione, rispetto a 22 Paesi benchmark e molto lontano da peers europei come Francia e Germania, in confronto alla capacità dei ricercatori italiani di produrre eccellenza scientifica a livello mondiale, ambito in cui l’Italia si posiziona al primo posto. Certo, anche su questo occorre estendere ulteriormente la riflessione riguardo alla capacità di tradurre poi l’eccellenza scientifica in valore economico e industriale attraverso la registrazione di brevetti, ambito in cui l’Italia scivola nuovamente al diciannovesimo posto sui 22 Paesi citati (Rapporto Ambrosetti 2022). C’è tanta strada da fare, ma rimane la sensazione di essere finalmente tutti in cammino nella corretta direzione.

I “trigger dell’innovazione” nell’ecosistema

Troppo spesso le PMI approcciano in modo destrutturato il proprio percorso di innovazione, facendosi guidare più dall’esigenza temporanea di cambiamento o dalle opportunità di finanziamento una tantum offerti dalle diverse istituzioni. Esistono, però, quattro diverse tipologie di Enti nati con la missione di guidare e affiancare le PMI in un percorso solido di trasformazione digitale.

  • Digital Innovation Hub (DIH) sono 23 in Italia e svolgono il ruolo di promotori dell’evoluzione digitale, attraverso specifiche attività di sensibilizzazione e formazione sulle nuove tecnologie e sulle opportunità esistenti.
  • Punti Impresa Digitale (PID) sono strutture localizzate presso le Camere di commercio. Nati nel 2016, sono oggi 88, punto di riferimento territoriale per attività di formazione e informazione, sia a livello di policy/incentivi/opportunità attivate dal Governo, sia per approfondimenti su specifiche tecnologie e loro applicazioni.
  • L’Innovation Manager (IM), figura introdotta con la Legge di bilancio del 2019, rappresenta un punto di contatto tra le PMI e gli enti pubblici a supporto dei processi di innovazione digitale, fungendo spesso da tramite per l’erogazione di servizi tra gli Hub di innovazione e le PMI stesse. Oggi sono circa 8mila gli Innovation Manager iscritti alle liste MISE, anche se in realtà non tutti operativi su progetti di innovazione.
  • I Competence Center (CC) costituiscono l’infrastruttura «hard» della rete, a supporto del trasferimento tecnologico in chiave Industria 4.0. I CC presenti sul territorio italiano, nati tra il 2018 e il 2020, sono 8, ciascuno specializzato su ambiti tecnologici specifici e complementari. Rappresentano l’ultimo ente a cui approdano le imprese nel loro tragitto di innovazione, e si concentrano sulle attività più collegate al lancio e accelerazione di progetti innovativi e di sviluppo, attraverso la sperimentazione pratica delle tecnologie (con live demo e test before invest), la produzione “in vivo” degli strumenti di Industria 4.0 e la raccolta di best practices per l’implementazione della trasformazione tecnologica.